Coldiretti: No allo yogurt senza latte
La Coldiretti festeggia il positivo risultato che sembra aver per ora messo al sicuro i consumatori dalla possibilità di trovare sugli scaffali yogurt senza latte, prodotto con latte in polvere in forza di una revisione della legge n. 138/1974 che riguarda "Norme concernenti il divieto di ricostituzione del latte in polvere per l'alimentazione umana", modifica che appunto sarebbe stata bloccata a seguito di una positiva audizione in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.
La modifica della norma viene giustificata con la necessità di ridurre i costi di trasporto, poiché la polvere occupa meno spazio del latte fresco, senza considerare tuttavia - denuncia la Coldiretti - il forte impatto che ha sulle caratteristiche qualitative del prodotto in vendita. Un danno per i consumatori e per i produttori perché - sostiene la Coldiretti - si consente di utilizzare polvere di latte a basso prezzo importata da paesi a extracomunitari invece del buon latte fresco delle campagne italiane.
La preoccupazione appare legittimata dal fatto che 3 dei 4 primi produttori di yogurt europei sono stranieri e coprono oltre il 60% del mercao nazionale italiano. E la paura è che l'accoglimento della modifica della legge andrebbe a tutto svantaggio dei maggiori consumatori che oggi risultano essere le generazioni più giovani, fortemente influenzate dalla pubblicità che negli anni ha correttamente dipinto lo yogurt come un alimento salutistico.
Ogni italiano ne consuma in media 7 chilogrammi all'anno e nel primo semestre del 2011 nonostante la crisi le quantità acquistate dalle famiglie italiane sono cresciute dell'uno per cento.
Il danno alla produzione italiana di latte è stato poi calcolato alla luce dei consumi appena descritti: se si considera infatti che occorrono 1,2 kg di latte fresco per ottenere 1 kg di yogurt, la sostituzione con la polvere porebbe far consumare fino a 360mln di kg di latte italiano in meno in un anno, secondo i calcoli della Coldiretti.
Per effetto della normativa comunitaria e nazionale è già possibile vendere sul mercato il vino "senza uva" ovvero ottenuto dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes, ma anche il formaggio "senza latte" sostituito parzialmente dalla caseina e dai caseinati per ottenere formaggi a pasta filata, mentre una legge nazionale prevede che le bevande al gusto di agrumi possono essere colorate a condizione che esse contengano appena il 12 per cento di succo di agrumi vero.
Coldiretti sta conducendo una battaglia a tutto campo contro questa tendenza che è accusata di arrecare danno alla produzione agroalimentare italiana.