Italia-Argentina: guerra del prosciutto. A rischio l'export italiano
Tra Argentina e Italia è scoppiata la “Guerra del prosciutto” e non si troverà più il prosciutto di San Daniele sulle tavole di Buenos Aires a causa del blocco delle importazioni stabilito dal paese del tango come misura protezionistica, impugnata immediatamente dalla Commissione Europea.
Grazie ad un accordo nazionale tra Segreteria del commercio e produttori nazionali di carne suina l'Argentina ha infatti deciso di bloccare l'importazione di prodotti concorrenti italiani quali i marchi Prosciutto di Parma e San Daniele. L'obiettivo dichiarato dall'Argentina è quello di frenare l'uscita di denaro per stabilizzare la propria moneta e quindi si pone come obiettivo macroeconomico che poco o nulla ha a che vedere con le regole del commercio, ma con una forte incidenza proprio sul regime di import-export del paese sudamericano.
Già la Corte Federale del Canada aveva respinto il ricorso avanzato dal Consorzio del Prosciutto di Parma permettendo così alla società Maple Leaf Foods (che detiene in Canada il marchio "Parma") di appropriarsi anche del logo originale. Contro questa decisione ovviamente il Consorzio di Parma ffarà ricorso, e la più recente notizia proveniente dall'Argentina rappresenta un secondo brutto colpo per la produzione italiana denominata.
Per la Coldiretti, il blocco delle importazioni di prosciutto dall’Italia deciso dall’Argentina è una misura protezionistica del tutto ingiustificata che è stata opportunamente impugnata dalla Commissione Ue in sede di Wto. A rischio ci sarebbero oltre 264 tonnellate di salumi Made in Italy esportati lo scorso anno nel Paese sudamericano.
La chiusura alle importazioni di prosciutto interessa anche Spagna e Brasile, ed è il risultato di una richiesta da parte di allevatori e industriali in cambio di un'autolimitazione negli acquisti di materie prime suine all'estero e per migliorare la propria produzione negli anni a venire.
Il danno per l'export alimentare italiano appare evidente anche se l'Argentina rappresenta solamente l'1% del mercato di esportazione del nostro paese. Il prosciutto di Parma ha registrato lo scorso anno un aumento del 4% per un giro di affari complessivo di 1,5 miliardi di euro, mentre la crescita all’estero del prosciutto San Daniele è stata del 2%
Fonte articolo: italiaatavola.net