La Cina chiede all'Italia maggiori controlli sull'olio di oliva
E' la stampa cinese a rivelare che le autorità di Pechino hanno avanzato all'Ambasciata italiana in Cina formale richeista nella quale si domandano delucidazioni e rassicurazionicirca le società italiane che sono sospettate di vendere in Cina e all'estero come olio d'oliva di produzione italiana olio proveniente da altri paesi di produzione.
E' stata l'Amministrazione Generale della Supervisione Qualità', Ispezione e Quarantena ad aver chiesto all'Italia di migliorare la gestione della sicurezza e qualità dell'olio d'oliva esportato in Cina, dopo aver emesso un dispaccio alle sedi periferiche nel quale si richiede di rafforzare i controlli e la supervisione sull'olio d'oliva importato.
Alla fine di dicembre l'autorità doganale di Shanghai ha aperto un'inchiesta sull'olio d'oliva importato dall'Italia, dopo che sulla stampa italiana era apparsa la notizia di una indagine condotta da Guardia di Finanza e Corpo Forestale che aveva evidenziato come molto dell'olio commercializzato all'estero come di "produzione italiana" provenisse in realtà da altri paesi.
Secondo le notizie che trapelano dalla stampa cinese l'olio italiano starebbe sparendo dagli scaffali in attesa dei controlli. Nell'occhio degli investigatori anticontraffazione alimentare cinesi ci sono in particolare i prodotti di una dozzina di grandi aziende italiane, che sarebbero sarebbero quelle responsabili di aver mescolato scientemente olii di provenienza italiana con quelli provenienti da Tunisia, Grecia, Marocco e Spagna.