L'Obesità, in America ora è una malattia riconosciuta
Lo ha decretato l’equivalente americano del nostro ordine nazionale dei medici, l’AMA (American medical association): l’obesità d’ora in avanti deve essere riconosciuta e approcciata come vera e propria patologia, non più come un semplice fattore di rischio per altre patologie sopravvenienti.
Si apre un questo modo un ventaglio vastissimo di possibilità d’intervento rimaste fino ad oggi inesplorate poichè non essendo l'obesità equiparata a patologia, tutti i trattamenti per combatterla difficilmente venivano coperti dalle assicurazioni sanitarie americane e questo ha limitato fortemente la diffusione su larga scala dei farmaci e delle cure.
La decisione voluta da AMA permetterà d’ora in avanti di accedere invece alle terapie contro l’obesità che godono dell’approvazione da parte della Food&Drugs Administration.
Nell’articolo apparso sul Corriere della Sera dello scorso 20 giugno, la notizia viene letta come concreta possibilità di generare sviluppo e innovazione a livello farmaceutico, perché con un mercato potenziale di oltre 90mln di persone solamente negli Stati Uniti, lo sviluppo di nuove terapie rappresenterà un’opportunità da non perdere per le aziende farmaceutiche.
Ci sono 2 rischi che appaiono insiti in questa evoluzione che riguarda l’obesità.
Da una parte il fatto che lo sviluppo di nuovi prodotti allenti l’attenzione sotto il profilo della prevenzione e dall’altro il rischio che la redditività del potenziale mercato induca comportamenti commerciali scorretti, già incontrati nel settore della farmaceutica contro l’obesità.
L’azione di prevenzione in forma di pubblicità progresso e attenzione ai comportamenti alimentari scorretti non devono quindi venire meno, poiché l’induzione di comportamenti corretti in termini di alimentazione e attività fisica garantiscono benefici che nessuna cura a livello del singolo individuo riesce a garantire.
FONTE Articolo: Corriere della Sera 20/06/2013